La terapia mininvasiva nell’ipertrofia prostatica benigna

13 luglio 2023 – L’ipertrofia prostatica benigna è una patologia che incide pesantemente sulla qualità di vita di coloro che ne sono soggetti. Consiste in una progressiva difficoltà di minzione: bisogno di urinare spesso, necessità di alzarsi una o più volte durante la notte con urgenza irrefrenabile di urinare. Ci siamo rivolti alla Dott.ssa Silvia Secco (Urologo dell’ospedale Niguarda di Milano) per un approfondimento.

“L’IPB è una patologia più comune di quanto si creda, non solo tra le persone anziane ma già a 30, 40 anni si possono avvertire i primi sintomi. Alcune volte è sufficiente attendere che il problema si risolva da solo, altre si rivela necessaria l’assunzione di farmaci o direttamente un intervento chirurgico. Fortunatamente viviamo in un’era nella quale i trattamenti meno invasivi per i disturbi urinari sono a nostra disposizione. Si tratta di procedure che possono essere eseguite fuori dalla sala operatoria evitando così il ricovero, l’eventuale posizionamento del catetere, e soprattutto consentono la dimissione nel giorno stesso, evitando anche l’anestesia generale”. “I risultato non saranno forse paragonabili a quelli ottenuti attraverso la chirurgia standard, ma viene mantenuta la funzionalità eiaculatoria. Non tutti possono essere candidabili a questo tipo di trattamento, è necessario che vengano rispecchiate eventuali caratteristiche come le dimensioni di prostata o la funzionalità vescicale. L’idoneità del paziente viene approvata attraverso una serie di accertamenti che lo specialista richiede, senza dimenticare l’esclusione di un eventuale tumore prostatico.”

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