Tumori urologici

I tumori che coinvolgono gli organi dell’apparato urinario e genitale in Italia rappresentano oltre il 20% di tutte le nuove diagnosi di cancro. I tassi di guarigione completa sono aumentati negli ultimi anni grazie all’aumento delle diagnosi precoce ed a nuove terapie sempre più personalizzate.

TUMORE DELLA VESCICA


Si verifica attraverso la trasformazione maligna di cellule che rivestono la superficie interna dell’organo. Negli uomini ha un’incidenza maggiore che nelle donne, soprattutto con l’avanzare dell’età. Il carcinoma uroteliale si manifesta attraverso la presenza di sangue nelle urine e più raramente con la necessità di urinare frequentemente, con stimolo urgente o dolore al termine della minzione.

Per formulare la diagnosi completa è necessaria l’anamnesi relativa all’ambiente di lavoro e alle abitudini del paziente, l’esame clinico, l’esame citologico nelle urine e altri più specifici.

Il fumo è uno dei maggiori fattori di rischio per il cancro alla vescica, come anche l’esposizione prolungata a sostanze chimiche cancerogene che si possono trovare nella produzione e lavorazione della gomma, alluminio, solventi e coloranti, ammine aromatiche e arsenico.

Nel 75% dei pazienti il tumore della vescica alla sua prima comparsa è confinato agli strati più superficiali delle pareti interne, in questi casi è sufficiente trattare la zona colpita attraverso la resezione trans-uretrale, ovvero la rimozione pezzo per pezzo del tumore utilizzando la corrente elettrica, per poi estrarre i frammenti cancerogeni rimossi attraverso la vescica.

Altro approccio è legato all’immunoterapia attraverso la somministrazione locale o sistemica di farmaci in grado di stimolare la capacità delle cellule immunitarie di riconoscere e combattere quelle tumorali.

Nel restante 25% dei casi il tumore viene riconosciuto solo quando è già esteso in profondità e potrebbe essersi già diffuso anche a linfonodi vicini od altri organi. In questa situazione si può intervenire attraverso cistectomia radicale (rimozione di tutti gli organi interessati) spesso accompagnata da chemioterapia sistemica pre e post-operatoria.

TUMORE DEL TESTICOLO


Ha origine all’interno delle cellule che producono spermatozoi e si divide in due gruppi: germinali (suddivisi in “seminomi” che si sviluppano prevalentemente tra i maschi più giovani, e “spermatociti” più rari e manifesti in età avanzata) e non germinali. E’ una forma di cancro molto rara e ne sono esposti particolarmente gli individui già affetti da criptorchidismo, patologia che si verifica alla mancata discesa di uno dei testicoli durante la fase dello sviluppo; queste persone corrono il rischio di sviluppare la neoplasia testicolare tra le 10 e le 40 volte superiore rispetto ad un uomo sano.

Il carcinoma testicolare non presenta sintomi chiari e precoci, ma i più comuni possono essere rigonfiamenti e dolori all’inguine, pesantezza e formazione di liquido all’interno dello scroto. Il primo passo per ottenere una diagnosi è la visita da uno specialista che valuterà esami del sangue alla ricerca di marcatori tumorali specifici ed un’eventuale biopsia dei tessuti.

La tipologia di cura varia in base allo stadio della patologia e delle sue caratteristiche istologiche: può essere asportato tramite chirurgia con legatura del funicolo spermatico attraverso un’incisione a livello inguinale, dove viene valutata l’immissione di una protesi. La radioterapia è indicata quando il cancro è confinato al testicolo e viene eseguita attraverso il bombardamento della zona interessata di alte energie radianti. La chemioterapia viene somministrata per endovena e solitamente associata a cura farmacologica, di norma consigliata prima dell’intervento per ridurre la massa tumorale in stadio avanzato o dopo un’asportazione chirurgica.

TUMORE DELLA PROSTATA


L’insorgenza si ha quando le cellule ghiandolari cominciano a crescere in maniera incontrollata. Considerato uno dei tumori più frequenti nella popolazione maschile dei Paesi occidentali, è presente in forma latente nel 15-30% degli over 50 e in circa il 70% degli ottantenni per i quali il tasso di mortalità è in moderata ma costante diminuzione.

Spesso il carcinoma si sviluppa in modo totalmente asintomatico, è possibile riscontrare difficoltà ad urinare accompagnata da una certa urgenza, impossibilità a mantenere un getto costante o la presenza di sangue alla minzione. Si consigliano controlli annuali a coloro che hanno un fattore di rischio come la familiarità, o sono soliti avere una dieta ricca di grassi.

L’urologo accerta la presenza del tumore tramite un esame rettale alla ricerca di noduli sospetti, ed ulteriori esami diagnostici quali la risonanza magnetica multiparametrica o la biopsia prostatica.

Accertata la presenza del carcinoma, a seconda della stadiazione si può interviene attraverso differenti terapie: per i tumori a basso rischio di progressione, la brachiterapia prevede il posizionamento di piccoli impianti permanenti che rilasciano gradualmente radiazioni a bassa dose direttamente all’interno della prostata. Una ulteriore possibilità è la radioterapia metabolica che consiste nell’assunzione per via orale di farmaci a bassa dose di radiazioni. L’ormonoterapia si occupa della somministrazione di farmaci con lo scopo di abbassare il livello di testosterone che è causa della crescita del tumore alla prostata, e può essere utilizzata sia da sola che in associazione ad ulteriori approcci. Per i pazienti che non rispondono più alle terapie ormonali, la chemioterapia endovenosa viene proposta sia in presenza che in assenza di metastasi.

TUMORE DEL RENE


L’80% delle neoplasie che aggrediscono il rene sono conosciute come tumore a cellule chiare, tumore papillare di tipo I e II, e tumore cromofobo. Più raramente si sviluppa un sarcoma nelle sue varie forme, mentre nei bambini è tipico il nefroblastoma di Wilms, che può tuttavia presentarsi anche nell’adulto.

La maggioranza dei carcinomi renali viene individuata attraverso controlli di routine, non si contraddistinguono con sintomi tipici ed anche i pochi come la presenza di sangue nelle urine o dolori lombari, sono tardivi. Se in stadio avanzato, si riscontra un’alterazione della funzione metabolica o ormonale del rene quali ipertensione arteriosa, aumento dei globuli rossi, astenia, anoressia e febbre.

Uno dei fattori di incidenza maggiori è il fumo accompagnato dall’obesità, in quanto il grasso corporeo influenza direttamente alcuni ormoni creando un ambiente che limita i normali meccanismi immunitari di protezione. Altre cause scatenanti possono essere l’ipertensione arteriosa, il contatto prolungato con arsenico o con suoi composti inorganici.

Per rallentare l’evoluzione di alcune metastasi viene consigliata la radioterapia. Se le masse sono di dimensioni limitate vengono prese in considerazione tecniche di ablazione percutanea come crioablazione o radiofrequenza. L’immunoterapia può essere usata per rendere il sistema immunitario in grado di riconoscere ed aggredire le cellule del tumore quando è già in stato avanzato o in presenza di metastasi recidivanti. Mentre, se il tumore è confinato al rene, entra in gioco la chirurgia attraverso l’asportazione completa del rene (nefrectomia radicale) o chirurgia conservativa, ovvero l’asportazione del tumore e di una piccola porzione di tessuto sano, con risparmio di tutta la parte sana del rene.

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