Tumore alla prostata, molecola frena le proteine “ribelli”
21 marzo 2025 – Combattere il tumore alla prostata colpendo non solo le cellule tumorali, ma anche i meccanismi che ne alimentano la crescita, a partire dall’informazione genetica che produce proteine alleate del tumore. È la strategia messa a punto da un gruppo di ricercatori dell’University of California San Francisco coordinati da Davide Ruggero e che è stata testata con successo in uno studio pubblicato sulla rivista Cancer Cell. L’attenzione dei ricercatori si è concentrata sul modo in cui, nelle cellule tumorali, vi sia una produzione abnorme di proteine funzionali al tumore. Ciò spesso avviene perché gli Rna messaggeri, i pacchetti di informazione genetica che contengono le istruzioni per costruire le proteine, vengono attivati in maniera anomala da alcuni enzimi definiti elicasi. I ricercatori hanno scoperto che uno di questi, denominato eIF4a, svolge un ruolo fondamentale nel cancro alla prostata. “Le cellule sane hanno tutti i tipi di misure di sicurezza per impedire che gli Rna messaggeri tumorali vengano tradotti in maniera eccessiva”, ha spiegato Ruggero. “Il cancro alla prostata prende possesso di eIF4A per superare queste misure di sicurezza”. I ricercatori hanno però individuato una molecola (zotatifin) capace di interferire con questo processo, inibendo eIF4A. In test eseguiti su modelli animali affetti da tumore della prostata, dopo la somministrazione di zotatifin la neoplasia ha smesso di crescere e le sue dimensioni si sono ridotte. Inoltre, si è osservato una riduzione di alcune proteine chiave, come il recettore degli androgeni, che alimenta lo sviluppo del tumore, o la proteina HIF1A, che aiuta le cellule tumorali a sopravvivere in un ambiente povero di ossigeno.