Studio: tra invecchiamento e tumori un legame a doppio filo

13 marzo 2025 – Tra invecchiamento e tumori esiste un legame a doppio filo che parte dai meccanismi molecolari fino a future terapie in grado di contrastare entrambi: a mettere in luce i fattori comuni è la ricerca pubblicata sulla rivista Nature Aging da Lucrezia Trastus dell’Istituto di Oncologia molecolare dell’Airc, l’Ifom, e Fabrizio d’Adda di Fagagna, a capo del laboratorio ‘Risposta al danno al DNA e senescenza cellulare dell’Ifom e dell’Istituto di genetica molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche a Pavia. Passando in rassegna una vasta letteratura scientifica sui legami tra invecchiamento e tumori, i ricercatori hanno ottenuto un quadro dei percorsi biologici comuni, molti dei quali individuati in studi su animali. “Un lavoro di revisione su un argomento così articolato e dibattuto è uno dei modi migliori per fare emergere le cause reali di un fenomeno, cercando di dare una struttura coerente a un’immensa e spesso contrastante letteratura pubblicata su questo argomento”, osserva d’Adda di Fagagna. Dall’analisi emerge per esempio come l’accumularsi di mutazioni del Dna sia un elemento comune sia alla formazione dei tumori che ai cambiamenti che avvengono nei tessuti durante l’invecchiamento. Un legame altrettanto forte riguarda i cambiamenti che avvengono nelle strutture chiamate telomeri: “i telomeri sono le estremità dei nostri cromosomi e si accorciano con il passare del tempo, causando la senescenza cellulare ed il conseguente invecchiamento dell’organismo. Eppure questo stesso meccanismo deleterio potrebbe essersi evoluto nelle nostre cellule per evitare di trasformarle in tumori, mettendo un freno alla loro capacità di proliferare”, dice ancora il ricercatore. “Modificare la lunghezza dei telomeri oppure eliminare le cellule senescenti negli animali di laboratorio – rileva Trastus – ha permesso di comprendere quanto questi processi siano importanti nel prevenire o causare il cancro e come possiamo sviluppare terapie antitumorali cercando di colpire questi stessi meccanismi”. I cambiamenti del sistema immunitario e le infiammazioni croniche sono altri elementi considerati in questa nuova visione d’insieme che, secondo gli autori della ricerca, potrebbe aiutare anche a individuare le condizioni sperimentali più adatte per studiare i due fenomeni. E’ un approccio integrato, conclude d’Adda di Fagagna, che “si sta dimostrando sempre più promettente, dal momento che un crescente numero di studi clinici sta esplorando la riconversione di farmaci originariamente sviluppati per contrastare il cancro per il trattamento dell’invecchiamento, e viceversa”.
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