Promuove la sanità regionale il 47% italiani ma il 35% la boccia al Sud
Il 47,7% degli utenti ha una percezione positiva del Servizio sanitario della propria regione (Ssr): l’8,7% e il 39% ritengono che la sanità locale sia di un livello qualitativo, rispettivamente, ottimo e buono. Il 28,1% esprime invece un giudizio di sufficienza e il 22,4% ritiene che il Servizio sanitario regionale sia al di sotto delle proprie aspettative o esigenze giudicandolo ‘insufficiente’. Ma se più di un cittadino su 5 esprime un giudizio negativo, l’insufficienza del proprio Ssr è tuttavia riportata solo dal 9,4% dei residenti nel Nord-Est contro addirittura il 35,2% degli utenti che vivono nelle aree del Mezzogiorno.
Il dato emerge dal 21/mo Rapporto ‘Ospedali & Salute’, promosso da Aiop (Associazione Italiana ospedalità privata) e realizzato in collaborazione con il Censis. Il Rapporto è uno strumento di monitoraggio dell’efficacia e efficienza del sistema ospedaliero italiano, in entrambe le sue componenti, di diritto pubblico e di diritto privato, e offre una valutazione del Servizio Sanitario Nazionale basata su analisi che tengono conto sia dei dati ufficiali pubblicati dal Ministero della Salute e da Agenas sia dell’esperienza diretta dei pazienti. In particolare, il Ssr è giudicato insufficiente dal 19,4% dei cittadini del Nord-ovest del Paese, dal 9,4% del Nord-est, dal 17,7% delle regioni del Centro e dal 35,2% dei cittadini del Sud e Isole. Ne danno invece un giudizio ‘positivo’ il 55,7% dei cittadini del Nord-ovest, il 66,7% del Nord-est, il 49,7% del Centro e il 29% di Sud e Isole. Emerge inoltre, si legge nell’indagine, “un’estrema eterogeneità nella qualità degli interventi e dei trattamenti offerti dalle strutture del Ssn: una variabilità tra aree geografiche, ma anche all’interno di una stessa area geografica e tra strutture”. Ad esempio, nell’area cardiocircolatoria, mentre nel Nord, e ancora più nel Sud e nelle Isole, la proporzione di strutture di diritto privato di ‘qualità alta/molto alta’ è superiore rispetto a quella delle strutture pubbliche (al Nord il 58% delle strutture pubbliche sono giudicate di qualità alta contro il 68% delle private accreditate e al Sud il 47% delle pubbliche contro il 65% delle private accreditate), nel Centro la situazione è ribaltata (è giudicato di alta qualità il 68% delle pubbliche contro il 44% delle private accreditate). Sempre al Centro, inoltre, le strutture di qualità bassa/molto bassa sono proporzionalmente di più tra le strutture accreditate.