L’acqua del rubinetto non fa venire i calcoli renali

Una delle idee più diffuse che circolano è quella che bere regolarmente l’acqua del rubinetto possa favorire la formazione di calcoli renali. Questa credenza deriva dal fatto che la maggior parte dei calcoli ai reni sono costituiti da sali di calcio e che l’acqua di casa può contenere, in alcuni casi, quantità significative di questo sale minerale. Consumarla tutti i giorni, si pensa, potrebbe incrementare la concentrazione di calcio nelle urine, favorendo la calcolosi. Ma i medici assicurano che si tratta di una falsa convinzione. La presenza di calcoli renali è definita anche nefrolitiasi o litiasi renale. Sono simili a piccoli sassi che si formano all’interno dei reni quando le sostanze normalmente presenti nelle urine diventano troppo concentrate e si accumulano sotto forma di materiale solido. Sono abbastanza comuni, circa tre uomini e due donne su venti, ne soffrono in diverse fasi della loro vita. Sono molto più frequenti negli individui con età compresa tra i 30 ed i 60 anni e compaiono raramente prima dei 20 anni di età. Si differenziano in base alle dimensioni, alla composizione, alla forma, al colore. La concentrazione di calcio presente nell’acqua potabile di casa non provoca un aumento di calcoli renali. Il consiglio di utilizzare acque leggere o moderatamente oligominerali in sostituzione dell’acqua del rubinetto per evitare la formazione di calcoli non è giustificato da evidenze scientifiche. La formazione dei calcoli, per lo più costituiti da ossalato di calcio, dipende in molti casi da una predisposizione individuale o familiare, in quanto il rischio è più elevato se ci sono in famiglia altre persone che ne soffrono. Nel caso di una predisposizione diventa essenziale bere in abbondanza e frequentemente durante la giornata, senza per questo temere che il carbonato di calcio, presente nell’acqua del rubinetto, possa favorire la formazione di calcoli. È stato dimostrato infatti che anche le acque minerali ricche di calcio sono utili nella prevenzione della calcolosi renale mentre, viceversa, una dieta povera di calcio può aumentare il rischio di sviluppare questa patologia. Il ruolo del calcio nella prevenzione della calcolosi dipende soprattutto dal fatto che, una volta nell’intestino tenue, il calcio forma legami chimici con l’acido ossalico, impedendo che questo venga riassorbito dall’organismo e diminuendo così le probabilità di sviluppare calcoli.
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