Il consensus per la gestione della cistite

28, giugno 2023 – Soffrire di cistiti, soprattutto per una donna, è una condizione molto invalidante e con tendenza a recidivare. Il 20% delle persone colpite sviluppa almeno un episodio di cistite ogni anno, ma in alcune gli episodi si ripetono anche più frequentemente. Ci siamo rivolti al Prof. Enrico Finazzi Agrò (Professore ordinario di Urologia degli Studi di Roma Tor Vergata Responsabile UO Urologia Policlinico Tor Vergata) per farci spiegare gli accordi presi nell’ultimo Consensus per la gestione della cistite.

“Un Consensus si tiene quando diventa necessario riunire più esperti di modo da avere un confronto e raggiungere degli accordi – spiega Finazzi. – Oltre a me, Umberto Maestroni e Vincenzo Ficarra sono stati coinvolti una quarantina di urologi provenienti da tutte le parti d’Italia che hanno risposto alle domande proposte. E’ stata confermata l’importanza di una valutazione strumentale sulle pazienti con cistiti ricorrenti che deve prevedere una valutazione urodinamica non invasiva per controllare come il disturbo dello svuotamento che può essere causa del ripetersi delle cistiti. Sono stati stesi alcuni consigli comportamentali come ad esempio bere tanta acqua, soprattutto in modo intelligente per idratarsi costantemente nell’arco della giornata e consentire alle urine di fluire liberamente lavando anche la vescica. Un altro punto molto importante sono le strategie igieniche e comportamentali da mettere in atto prima e dopo il rapporto sessuale”. “Purtroppo, nonostante la ricerca scientifica, non sempre ci sono adeguate evidenze per poter raccomandare o meno un test diagnostico o una terapia. Il problema dell’antibiotico resistenza è molto grande e sentito, sempre più batteri sviluppano una resistenza ai più comuni antibiotici. Diventa sempre più prestante l’utilizzo di prodotti alternativi come il D-mannosio che può aiutare le donne a prevenire ma anche a trattare alcune cistiti in maniera attiva. Ruolo importante è giocato anche dai lattobacilli che vanno a rinforzare la difesa intestinale e vaginale contro i batteri che possono aggredire la vescica. Tutti questi punti possono fornire all’urologo non esperto di urologia femminile alcuni strumenti per poter trattare adeguatamente le pazienti anche senza un’evidenza forte che venga per forza dalla scientificità e dalle linee guida”.

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