Andrologi, contro denatalità preservare fertilità congelando seme

17 giugno 2025 – Gli uomini italiani diventano padri perla prima volta in media all’età di 35 anni, in un paese in cui la denatalità rappresenta una criticità. Prevenire l’infertilità dunque “non basta più. E’ necessario infatti preservare le proprie probabilità di concepimento quando si è sani e più giovani ricorrendo anche a soluzioni che consentono di procrastinare la paternità, come ad esempio il congelamento e la conservazione del seme”. A proporre un nuovo cambio di paradigma per contrastare il declino della natalità sono gli specialisti della Società italiana di andrologia (Sia), in occasione degli Stati generali della prevenzione, che si sono aperti oggi a Napoli. “In Italia la natalità non è mai stata così bassa come nell’ultimo anno: nel 2024 sono nati 370mila bambini, circa 10mila in meno rispetto all’anno precedente”, sottolinea Alessandro Palmieri, presidente Sia, ricordando che secondo gli ultimi dati Istat, gli uomini italiani sono i papà ‘più vecchi’ d’Europa. “Il tempo è nemico della fertilità maschile: con l’avanzare dell’età aumenta infatti anche la quantità di danni al Dna spermatico – spiega Palmieri -. Così già dai 34 anni in su, i danni accumulati possono impedire il concepimento o aumentare le probabilità di tramandare ai figli difetti genetici. In questo contesto, la sola prevenzione non basta. Per questo è fondamentale preservare anche la fertilità maschile, ad esempio attraverso il congelamento dello sperma in età giovanile”. “In Italia non esiste una singola ‘banca nazionale del seme’ centralizzata, ma la crioconservazione del seme viene effettuata solo all’interno di alcune strutture pubbliche che si occupano di Procreazione Medicalmente Assistita (Pma) – continua il presidente Sia -. Sono invece più numerose le banche private che offrono questo servizio a pagamento”. Da qui l’appello della Sia a rendere più accessibile, all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, la raccolta e la crioconservazione del seme negli uomini che, per svariati motivi, decidono di posticipare la paternità. “I tempi sono ormai maturi per prendere in considerazione la possibilità di creare una grande banca nazionale che consenta la crioconservazione dei gameti, sia quelli maschili che femminili, offrendo agli italiani l’opportunità di preservare le proprie possibilità di concepimento”, conclude Palmieri.
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