Ipertrofia prostatica benigna

L’ipertrofia o iperplasia prostatica benigna (IPB) è una patologia che tende a manifestarsi con l’avanzare dell’età e colpisce soprattutto gli uomini over 50. E’ causata da squilibri ormonali tipici dell’invecchiamento (andropausa) in cui la produzione di ormoni estrogeni diventa superiore a quelli androgeni, o da aumenti della pressione provocati da un irregolare flusso del sangue nei vasi sanguinei. La disfunzione della ghiandola prostatica si verifica nel momento in cui la presenza di noduli o il numero eccessivo di cellule prostatiche epiteliali provoca un ingrossamento tale da comprimere parzialmente il canale uretrale che scorre all’interno della prostata.

Vengono così interferite le normali funzioni urinarie e possono verificarsi irritazioni o infiammazioni croniche. Se non curata, l’ipertrofia può aggravarsi fino a bloccare completamente l’emissione di urina, provocando così problemi alle vie urinarie, calcolosi vescicale ed insufficienza renale cronica.

E’ una patologia che tende a peggiorare compromettendo in modo importante la qualità della vita. Se non curata in modo adeguato rischia di verificarsi una completa ostruzione dell’uretra causata dalla prostata ingrossata. I sintomi più frequenti sono: difficoltà ad iniziare la minzione che può risultare debole o a flusso intermittente, la sensazione di dover urinare frequentemente ed eventuale bruciore. L’incompleto svuotamento della vescica può portare all’accumulo di batteri nel residuo vescicale aumentando i rischi di prostatiti e pielonefriti.

L’IPB si controlla sottoponendosi a visite tempestive e controlli periodici all’insorgere dei primi sintomi, soprattutto in caso di predisposizione genetica e di familiarità. Spesso per la diagnosi è sufficiente una semplice visita urologica con l’eventuale prescrizione di esami indagativi utili a monitorare il flusso urinario ed a stabilire l’esatto volume prostatico, o per escludere ulteriori possibili malattie a decorso maligno.

Per combatterla è importante seguire un’alimentazione varia ed equilibrata, limitando il consumo di caffeina e di alcol. L’urologo può prescrivere se necessario l’assunzione di farmaci specifici come gli alfa litici che rilassano la muscolatura della prostata e del collo vescicale, aumentando la portata del flusso urinario. O gli inibitori della 5-alfareduttasi che rallentano la patologia inibendo l’azione del testosterone. Quando vengono assunti insieme si riscontra una riduzione delle dimensioni della ghiandola prostatica tra il 10% e il 15%, con miglioramento dei sintomi ma con possibili fastidiosi effetti collaterali. Diverse ricerche scientifiche condotte sia in vitro che in vivo hanno dimostrato come l’estratto esanico di Serenoa repens (HESr) agisca con un effetto farmacologico anti-infiammatorio, specifico per la prostata e con importante miglioramento dei sintomi senza influenza sulla sfera sessuale.

Nei casi più severi si ricorre invece alla chirurgia e solo in caso di inefficacia della terapia medica: La TURP (Resezione transuretrale della prostata che prevede l’impiego di un rettoscopio che, passando attraverso l’uretra, raggiunge la prostata e rilascia piccole scosse di corrente elettrica), HoLEP (Enucleazione con laser ad olmio, che differisce dalla precedente in quanto l’adenoma non viene resecato ma scollegato per mezzo di laser dalla capsula prostatica), o l’enucleazione con Greenlight laser.

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