Incontinenza urinaria
E’ una patologia che interessa fino ad oltre 7 milioni d’italiani, sia uomini che donne. La perdita involontaria di urina colpisce principalmente il genere femminile e i motivi della predisposizione sono da ricercare nella conformazione anatomica genitale. La gravidanza e il parto sono poi da considerarsi come due fattori di rischio perché facilitano gli stiramenti dei legamenti di sostegno della vescica. Anche gli ormoni possono svolgere un ruolo perché hanno un’azione trofica e di mantenimento del tono della muscolatura dell’intera area pelvica. Con la menopausa cala la loro produzione e quindi aumentano esponenzialmente gli episodi di perdite involontarie di urina. Nonostante venga riconosciuta come fenomeno tipico dell’invecchiamento non è affatto un disturbo da sottovalutare.
E’ dimostrato scientificamente come l’incontinenza sia più frequente tra le persone che fumano o che non praticano quasi mai attività fisica. Chi è colpito da questo problema deve limitare il più possibile il consumo di caffè e tè perché sono bevande diuretiche e che contengono sostanze che aumentano le perdite involontarie di urina. Altre possibili cause sono infezioni del tratto urinario come la cistite, la calcolosi renale, problemi intestinali o malattie del sistema nervoso come Parkinson o Alzheimer. Gli esami di routine per verificare la presenza e la gravità della patologia includono analisi delle urine, urinocoltura, esami del sangue e controlli per la funzionalità renale.
L’incontinenza è attualmente sottovalutata e solo un terzo dei pazienti si rivolge ad un medico per ricevere assistenza e cure adeguate. Nella grande maggioranza dei casi il disturbo, che mina seriamente la qualità della vita, non viene né diagnosticato né curato mentre esistono diversi trattamenti efficaci, sia medici che chirurgici. Si va dalla terapia farmacologica, a quella fisio-riabilitativa fino a trattamenti innovativi con il laser. La farmacologia oggi mette a disposizione prodotti sempre più efficaci e compatibili con altre terapie. Si tratta di farmaci che regolarizzano la contrazione della vescica, diminuendola. I farmaci di elezione appartengono in questo caso alla classe degli anticolinergici o dei beta agonisti. L’incontinenza totale si può risolvere grazie all’impianto di uno sfintere artificiale: è una protesi collaudata ormai da decenni che consente di liberarsi per sempre dal problema.
Infine vi è la riabilitazione del pavimento pelvico che consiste in appositi esercizi e prevede anche l’utilizzo di alcuni dispositivi. Il paziente deve affrontare delle sedute di terapia con uno specialista che possono variare da due volte alla settimana a una volta al mese in base ai progressi raggiunti.