Eiaculazione precoce

L’eiaculazione precoce si verifica quando un uomo riscontra difficoltà o incapacità ad esercitare un controllo volontario sull’eiaculazione, ovvero raggiunge l’orgasmo prima di quanto desidera. E’ un problema piuttosto comune nei maschi sessualmente attivi e tende a manifestarsi in qualsiasi momento nell’arco della vita. Il disturbo può essere spontaneo oppure favorito da alcuni fattori esterni come un calo di serotonina, disturbi della tiroide, prostatite, sindrome del dolore pelvico cronico. In alcuni casi risulta essere incrementato dall’utilizzo di farmaci o droghe, oppure presentarsi come sintomo di un problema più grave come una patologia cardiaca, il diabete o l’ipertensione. Esistono due tipi di eiaculazione precoce: la primaria che è a base genetica ed è sempre presente fin dall’inizio dell’attività sessuale dell’individuo. Deve essere affrontata e stabilizzata oppure può durare anni, anche per tutta la vita. L’eiaculazione precoce secondaria invece compare nel corso della vita del paziente dopo un periodo di assoluta normalità. L’origine del problema, a livello conscio o inconscio, è spesso psicologico. Può essere situazionale o generalizzato a seconda delle occasioni in cui la precocità si manifesta. In molti casi è un disagio momentaneo e va affrontato con l’assistenza di un esperto. Le cause possono essere endocrine, date da ipogonadismo, ipertiroidismo, diabete, oppure potrebbe presentarsi come conseguenza di un’infiammazione o infezione. C’è la possibilità che insorga in seguito a ripercussioni di problemi urologici quali fimosi, o frenulo corto, o per la presenza di patologie neurologiche come sclerosi multipla, spina bifida, tumori della corda spinale, neuropatia periferica e processi espansivi midollari. C’è anche la possibilità che si manifesti come effetto collaterale di una cura farmacologica in corso, o causata dall’assunzione di agenti stimolanti e droghe. Come tutte le disfunzioni sessuali è da considerarsi sintomo piuttosto che disfunzione, e necessita pertanto di una diagnosi basata sulla storia clinica del paziente. Si potrà procedere attraverso esami indagativi che controlleranno il carico ormonale e batterioscopico, per poi procedere se necessario a controlli più specifici. Esistono varie terapie che possono essere intraprese per affrontare la situazione. La terapia psicologica può far comprenderne le cause e offrire un supporto nel tentativo di risolverle. La terapia comportamentale aiuta a migliorare la consapevolezza del corpo e il conseguente aumento del controllo. La terapia medica fa uso invece di farmaci, come gli antidepressivi, che influenzano i livelli di serotonina. La loro efficacia è però limitata alle ore successive all’assunzione della compressa e quindi non risolve il problema in maniera definitiva. Esiste poi la possibilità di utilizzare creme e spray ritardanti, anche se è difficoltoso dosarne correttamente l’attività anestetica rischiando di risentirne in altri aspetti. Sicuramente la strategia migliore è affidarsi allo specialista urologo/andrologo che sappia selezionare la cura adeguata in base alle esigenze del singolo, e che lo segua fino alla scomparsa della difficoltà.

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