Calcolosi

Chiamati anche più semplicemente “calcoli”, sono la prima patologia urologica trattata dagli specialisti negli ospedali italiani. Ogni anno si registrano nel nostro Paese oltre 100.000 nuovi casi e il disturbo risulta due volte più frequente tra gli uomini rispetto alle donne, soprattutto dopo i 30 anni. I motivi sono da ricercare in stili di vita non salutari come l’eccessiva sedentarietà, che può portare all’eccesso di peso. Un’alimentazione troppo ricca di grassi e proteine di origine animale favorisce la formazione di aggregazioni di minerali e quindi dei tipici “sassolini” che contraddistinguono la patologia. Questi si formano a livello renale quando alcune sostanze che dovrebbero essere presenti nelle urine si concentrano. La maggioranza dei calcoli è costituita da ossalato di calcio (circa l’80% dei casi), meno frequenti sono quelli composti da acido urico, struvite o cistina. Questo materiale solido può rimanere nei reni oppure attraverso gli ureteri arrivare fino alla vescica.

La calcolosi renale può peggiorare sensibilmente la qualità di vita manifestandosi attraverso una sensazione di bruciore durante la minzione, tracce di sangue nelle urine e fortissimo dolore, soprattutto quando l’organismo cerca di espellere il calcolo. Il disturbo è piuttosto invalidante e rischia di ripresentarsi più volte anche a distanza di tempo.

La calcolosi viene individuata attraverso la diagnostica per immagini (ecografia/TAC) oppure con analisi delle urine e altri esami medici. Il trattamento della patologia varia soprattutto in base alle dimensioni del calcolo. Quando è piccolo (e inferiore ai 4 millimetri) viene solitamente espulso attraverso le urine. Se invece è più grande bisogna eseguire un piccolo intervento chirurgico. Negli ultimi anni sono state introdotte nuove strumentazioni tecnologiche sempre meno invasive che garantiscono una buona qualità di vita. Per esempio la RIRS o (Retrograde IntraRenal Surgery) è in grado di rimuovere in modo efficace gli spiacevoli “sassolini”. E’ una tecnica endoscopica con la quale è possibile raggiungere il rene passando per l’uretra, ed i tempi di convalescenza sono molto rapidi rispetto al passato. Inoltre, a differenza del tradizionale bisturi, non provoca ferite chirurgiche. In alternativa si utilizzano delle onde sonore ad alta frequenza (o ultrasuoni) che “rompono” il calcolo in pezzetti abbastanza piccoli da poter essere espulsi con le urine. Lo specialista può anche prescrivere farmaci antidolorifici o antibiotici al paziente.

La prevenzione delle recidive deve avvenire attraverso stili di vita sani. In particolare è necessario:

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