Anno III – Numero 29 – Settembre 2023  
Comitato scientifico editoriale: Vincenzo Mirone, Giuseppe Procopio, Corrado Franzese
Editore: Intermedia – Direttore Responsabile: Mauro Boldrini – intermedia@intermedianews.it

Benessere Urologico è una newsletter a cadenza mensile sui temi della salute urologica, maschile e femminile. Uno strumento utile per essere sempre informati sugli ultimi aggiornamenti, in ambito clinico e scientifico.

NEWS

LA GESTIONE DELL’INCONTINENZA MASCHILE DOPO LA PROSTATECTOMIA RADICALE
Intervista alla dott.ssa Manuela Tutolo (Ospedale San Raffaele)


“Indipendentemente dall’approccio chirurgico dal 5% al 40% dei pazienti, che vengono sottoposti ad una prostatectomia radicale, soffrono di incontinenza urinaria ad un anno dall’intervento”. Sono numeri importanti e abbiamo chiesto un commento alla dott.ssa Manuela Tutolo (Urologia Ospedale San Raffaele di Milano).
“Nonostante i miglioramenti dal punto di vista funzionale dopo una prostatectomia radicale, è indispensabile tener conto anche dell’aspetto funzionale accanto all’aspetto oncologico – spiega Tutolo -. Tra il 6% e il 10% dei pazienti che si sono già sottoposti a questa procedura richiedono ulteriori interventi chirurgici per risolvere il problema dell’incontinenza. Questo attira l’attenzione su come una malattia che non mette a repentaglio la vita dei pazienti sia così invalidante dal punto di vista della qualità di vita, tanto da andare incontro a una seconda chirurgia per risolvere il problema. Al giorno d’oggi, accanto alla chirurgia abbiamo dei trattamenti che possono essere ugualmente di impatto dal punto di vista oncologico. E’ quindi possibile avere una stima del rischio di incontinenza post operatoria prolungata che potrebbe portare i medici o il paziente stesso a scegliere una determinata terapia invece di un’altra accanto a quella chirurgica.”

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IL CONSENSUS PER LA GESTIONE DELLA CISTITE
Un paziente su cinque sviluppa almeno un episodio l’anno

Soffrire di cistiti, soprattutto per una donna, è una condizione molto invalidante e con tendenza a recidivare. Il 20% delle persone colpite sviluppa almeno un episodio di cistite ogni anno, ma in alcune gli episodi si ripetono anche più frequentemente. Ci siamo rivolti al Prof. Enrico Finazzi Agrò (Professore ordinario di Urologia degli Studi di Roma Tor Vergata Responsabile UO Urologia Policlinico Tor Vergata) per farci spiegare gli accordi presi nell’ultimo Consensus per la gestione della cistite.
“Un Consensus si tiene quando diventa necessario riunire più esperti di modo da avere un confronto e raggiungere degli accordi – spiega Finazzi Agrò –. Oltre a me, Umberto Maestroni, Vincenzo Ficarra e Manuela Tutolo sono stati coinvolti una quarantina di urologi provenienti da tutte le parti d’Italia che hanno risposto alle domande proposte. E’ stata confermata l’importanza di una valutazione strumentale sulle pazienti con cistiti ricorrenti che deve prevedere una valutazione urodinamica non invasiva per controllare come il disturbo dello svuotamento che può essere causa del ripetersi delle cistiti. Sono stati stesi alcuni consigli comportamentali come ad esempio bere tanta acqua, soprattutto in modo intelligente per idratarsi costantemente nell’arco della giornata e consentire alle urine di fluire liberamente lavando anche la vescica. Un altro punto molto importante sono le strategie igieniche e comportamentali da mettere in atto prima e dopo il rapporto sessuale”. “Purtroppo, nonostante la ricerca scientifica, non sempre ci sono adeguate evidenze per poter raccomandare o meno un test diagnostico o una terapia. Il problema dell’antibiotico resistenza è molto grande e sentito, sempre più batteri sviluppano una resistenza ai più comuni antibiotici. Diventa sempre più prestante l’utilizzo di prodotti alternativi come il D-mannosio che può aiutare le donne a prevenire ma anche a trattare alcune cistiti in maniera attiva. Ruolo importante è giocato anche dai lattobacilli che vanno a rinforzare la difesa intestinale e vaginale contro i batteri che possono aggredire la vescica. Tutti questi punti possono fornire all’urologo non esperto di urologia femminile alcuni strumenti per poter trattare adeguatamente le pazienti anche senza un’evidenza forte che venga per forza dalla scientificità e dalle linee guida”.

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ETICHETTE “ANTI-CANCRO” SU BOXER E REGGISENI, AIOM: “UN AIUTO ALLA PREVENZIONE”

La nuova iniziativa inglese riceve il plauso degli oncologi italiani


Etichette sulla biancheria intima maschile e femminile con messaggi di prevenzione anticancro: dall’autopalpazione mammaria, da apporre sui reggiseni, alla raccomandazione, su boxer e slip, di controllare eventuali noduli o gonfiore ai testicoli. E’ questo il progetto lanciato dal NHS (il servizio sanitario inglese) in collaborazione con una catena di negozi.
“E’ un’ottima iniziativa. Qualsiasi stimolo alla prevenzione primaria è benvoluto, perché se ne parla sempre ma in realtà l’autopalpazione non è così diffusa, soprattutto fra i maschi, per i quali è venuto meno anche l’importante controllo durante la visita militare con la leva obbligatoria”. E’ stato questo il commento di Saverio Cinieri, Presidente dell’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica). La Società Scientifica ha affermato di essere pronta a lanciare un’iniziativa analoga e ad accogliere aziende disposte a realizzarla sui loro capi intimi.
“Le donne – sottolinea Cinieri – sono più sensibili e predisposte rispetto ai maschi al controllo e all’autopalpazione, mentre i ragazzi non vanno dal medico di famiglia, non si autopalpano, e oggi notiamo un incremento di tumori testicolari spesso dovuti a cause che potevano essere evitate. Purtroppo in tutti i paesi occidentali l’incremento dei tumori al seno e ai testicoli è sostanzialmente in aumento. E in Italia, soprattutto al Sud, il tasso di adesione ai programmi di screening sono molto bassi, dunque vanno quindi intensificati. E teniamo presente – osserva il Presidente AIOM – che tutti i programmi di prevenzione oncologica ora contemplati nei LEA riguardano, guarda caso, l’apparato “contenuto” negli slip”.
 

I PROGETTI DI FORMAZIONE PER GLI SPECIALIZZANDI

Il Commento di Nicolò Buffi (Professore Humanitas University Milano)


“Quando si parla del futuro delle scuole di specialità di urologia si parla anche del futuro della sanità italiana. Noi di Human University di Milano abbiamo diversi progetti in evoluzione per guidare ed aiutare gli specializzandi nella loro formazione, tra cui corsi che si basano su piattaforme di e-learning, simulazione e cadaverlab”.
E’ questo il commento del prof. Nicolò Buffi, ordinario all’ Humanitas University Milano. “Il primo corso su cadavere è stato organizzato nella nostra specialità, adesso stiamo ampliando in programma coinvolgendo altre scuole di specialità a livello italiano, perché la formazione non deve partire dalle sale operatorie ma da un centro di simulazione – prosegue Buffi -. Su questa linea abbiamo attrezzato un’area apposita per i nostri specializzandi, dove organizziamo con successo sia corsi per interni che per esterni. Il centro di simulazione ha sette stazioni dedicate, con simulatori di chirurgia a cielo aperto ideali per piccoli interventi tra cui circoncisioni, simulatori per le basse e alte vie urinarie, laparoscopia e robotica”. “Diversi tutor seguiranno gli specializzandi in questo percorso dove in base all’anno di appartenenza si approcceranno a chirurgie più semplici fino a padroneggiare le più complesse – aggiunge il professore -. Stiamo sviluppando delle metriche seguendo il progression simulation training (?) del famoso professore irlandese Tony Gallagher, che ci aiuta nel creare dei programmi di formazione strutturati partendo dalle metriche applicate alla chirurgia”.




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