Anno II – Numero 11 – Marzo 2022  
Comitato scientifico editoriale: Vincenzo Mirone, Giuseppe Procopio, Corrado Franzese
Editore: Intermedia – Direttore Responsabile: Mauro Boldrini – intermedia@intermedianews.it

Benessere Urologico è una newsletter a cadenza mensile sui temi della salute urologica, maschile e femminile. Uno strumento utile per essere sempre informati sugli ultimi aggiornamenti, in ambito clinico e scientifico.

NEWS

IL CANCRO DELLA PROSTATA. L’IMPORTANZA DELLA FAMIILIARITÀ NELLA DIAGNOSI PRECOCE
Prof. Vincenzo Mirone, Professore di Urologia e Direttore Scuola Specializzazione Urologia – Università Federico II, Napoli e Presidente Fondazione PRO

Dott. Luigi Napolitano, Urologo, Università Federico II, Napoli


Con circa 36.074 nuovi casi l’anno solo in Italia, il cancro della prostata è il tumore più diffuso nella popolazione maschile. Rappresenta il 18,5% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo, con un rischio strettamente legato all’età. Secondo alcune stime, a 80 anni questa condizione riguarda un uomo su due. Sebbene il tumore alla prostata non sia ereditario, è stata osservata una certa familiarità. Pertanto i soggetti con parenti diretti (padre o fratelli) colpiti da questo carcinoma, mostrano un rischio aumentato di neoplasia e dovrebbero sottoporsi a un attento monitoraggio. In accordo con le linee guida della Società Europea di Urologia, i controlli dovrebbero iniziare già intorno ai 45 anni negli uomini che hanno un parente diretto, affetto da tumore alla prostata. Studi condotti sui gemelli hanno consentito di determinare che il 42–57% del rischio di avere tumore della prostata ha una origine ereditaria. Finora le esatte dimensioni di tale associazione non erano state indagate con precisione, come avvenuto invece nello studio pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute e condotto dai ricercatori delle Università di Umea e Lund, in Svezia. Lo studio, condotto su oltre 50.000 persone con un familiare diretto affetto dal tumore della prostata, ha evidenziato che gli uomini con un fratello malato hanno un rischio di di ammalarsi prima dei 75 anni di circa il 30%, mentre per chi non ha fratelli il rischio è del 13%. La possibilità di sviluppare una forma aggressiva è invece del 9% nella prima coorte e del 5% nella seconda. Se invece oltre ad un fratello anche il padre è affetto da tumore alla prostata, il rischio di tumore sale al 48% ed il rischio di forme aggressive è del 14%. Si evince quindi l’importanza del dato della familiarità del tumore prostatico. È importante che tale aspetto sia sempre indagato durante la visita urologica e non vada assolutamente trascurato né dal medico né dal paziente.

 


PATIENT CARE. NASCE IL COORDINAMENTO PER MAPPARE LE ASSOCIAZIONI DEI PAZIENTI
Prof. Corrado Franzese, Presidente SIUT | Società Italiana di Urologia Territoriale


La pandemia ha sicuramente posto in risalto alcune vulnerabilità del sistema sanitario nazionale, che hanno prodotto non poche sofferenze e disagio ai pazienti, per una grossa discrasia tra le strutture ospedaliere e tutti i servizi del territorio. Ovviamente si è trattato di un momento straordinario, ma una riflessione su quello che è il contesto italiano va fatta. Noi abbiamo oltre 14 milioni di cittadini che hanno oltre 65 anni, per cui all’aumento dell’età si associa la cronicità, che è collegata direttamente anche alla sostenibilità del Sistema Sanitario, laddove i passaggi non siano all’insegna dell’appropriatezza prescrittiva, farmacologica e clinica. Sono trascorsi ormai più di quaranta anni dall’entrata in vigore della legge 833 del 1978, che istituiva di fatto un’assistenza territoriale. Ciononostante, tutte le esperienze territoriali sono ancora in una fase di sperimentazione. Credo che vada fatto – e non abbiamo più tempo da perdere – un salto di tipo culturale, ovvero un intervento sanitario che superi la logica riparativa ed entri in un contesto più allargato di attori. Alla risoluzione della patologia più importante va aggiunta la presa in carico del vissuto dei pazienti, contemplando tutti i percorsi che devono seguire da un punto di vista clinico, organizzativo e burocratico. In questo nuovo patto di solidarietà della Salute, ritengo che i due nuclei fondanti siano essenzialmente la famiglia, le figure non sanitarie e le associazioni dei pazienti. In un momento in cui la famiglia non ha più il suo ruolo storico, sicuramente queste associazioni riescono a fare la differenza e possono far sentire il paziente meno solo. Ovviamente i nuovi attori sono tutte figure del terzo settore, ovvero essenzialmente associazioni di volontariato, cooperative sociali, associazioni di promozione della salute, onlus, istituti di patronato e assistenza sociale, fondazioni, associazioni di pazienti. Consideriamo che al 31 dicembre 2019 le associazioni non profit erano 360.000, un numero in continuo aumento. Ovviamente stiamo parlando di una pletora eterogenea, non solo da un punto di vista giuridico, ma anche da quello dell’impegno sul campo. Il punto è la tanta capillarizzazione, sicuramente un elemento positivo. Tuttavia molte di queste associazioni così non riescono ad avere un’interfaccia istituzionale, vuoi per una dimensione loco-regionale, vuoi perché non presentano una struttura giuridica tale da consentire un’interfaccia istituzionale, ai fini della programmazione. Il punto è infatti che l’associazione ha sicuramente un ruolo informativo per gli associati, ma ha anche una funzione di supporto: accompagna infatti i pazienti nei vari e numerosi momenti di tipo burocratico-clinico, spesso resi complessi da una discrasia tra ospedale e territorio. Qual è il vero vulnus? Da uno studio realizzato nel 2020, il 61% delle associazioni non conosce le esperienze positive delle altre, è come se ci fossero degli steccati tra una realtà e l’altra e mancasse un coordinamento in una logica di sistema e di rete. In questo contesto, la Società Italiana di Urologia, tra le varie iniziative che ha intrapreso, si è impegnata su due grossi obiettivi: uno è quello dell’integrazione ospedale-territorio, che è la vera scommessa da un punto di vista sanitario; l’altro è mettere in rete tutte le energie laiche, istituendo “SIU amica | Il Patient Care”, che ho il piacere e l’onore di coordinare, all’interno dell’Ufficio Educazionale ricoperto dal Prof. Salonia. Stiamo effettuando una prima ricognizione. A marzo cercheremo di realizzare un incontro (vedremo se reale o virtuale) con le associazioni impegnate sulle patologie urologiche. L’impegno è innanzitutto ascoltare le specificità e le richieste, cercare di creare un filo conduttore e realizzare una programmazione che, su base triennale, proceda dando sostegno alle singole associazioni, alle singole specificità e alle specifiche vocazioni. Vogliamo iniziare un percorso di sostegno a tutti i progetti che facciano prevenzione, formazione e informazione, nell’interesse comune della salute del cittadino e del paziente.

 


URODATE, IL PORTALE PER MEDICI, FARMACISTI E OPERATORI SANITARI DI AMBITO UROLOGICO
Dott. Luca Cindolo, Urologo, Andrologo e Responsabile Urologia, Clinica Villa Stuart | Roma


Urodate
è un progetto di informazione, rivolto a Medici di Famiglia, specialisti, farmacisti, medici in generale e operatori sanitari, coinvolti nell’area urologica e uro-andrologica. Si tratta di un portale attraverso il quale ottenere importanti informazioni per ciò che concerne la patologia prostatica benigna, il trattamento dei sintomi delle basse vie urinarie e delle infiammazioni della ghiandola prostatica. Parliamo di uno strumento per trovare risorse in termini di grafici e regoli, ma anche per approfondire ciò che concerne le relazioni con le assicurazioni, i suggerimenti di interesse medico-legale o semplicemente per avere risposte ad alcuni quesiti della vita quotidiana: è il caso del medico ospedaliero, che deve affrontare temi delicati come quello della responsabilità medica nella gestione delle cartelle cliniche o nella compilazione delle SDO (Scheda di Dimissione Ospedaliera). Urodate è un portale a 360° di interesse medico, che si è però di recente focalizzato proprio sulla preparazione di pagine di counseling per chi ha a che fare con pazienti urologici. Abbiamo scelto In prima battuta di coprire la patologia infiammatoria della vescica, cioè la cistite. È proprio di qualche settimana fa la pubblicazione di un testo che contiene le più importanti informazioni epidemiologiche – giusto per rinfrescare a noi stessi ea coloro che magari non riescono a leggere la letteratura scientifica con continuità – qual è l’inquadramento epidemiologico, microbiologico e clinico. Abbiamo dato un focus specifico alla gestione terapeutica di questo tipo di patologia che spesso viene gestita in maniera auto-determinata: molte e molti pazienti hanno imparato a occuparsi dei propri sintomi delle basse vie urinarie, assumendo antibiotici o altri prodotti in maniera autonoma e senza chiedere il parere del medico. Ci siamo focalizzati su questo primo foglio di informazione e abbiamo puntualizzato come la terapia antibiotica abbia un ruolo molto preciso. Abbiamo sottolineato anche come esistano dei prodotti di estrazione naturale, assolutamente sicuri, scevri da effetti collaterali e particolarmente efficaci nella gestione di quelle forme di infezione delle vie urinarie di moderata o bassa entità clinica e che invece possono giovarsi dell’auto-terapia o della terapia autodeterminata da parte delle pazienti. Abbiamo ricordato – e questo resta molto importante sia come counseling nei confronti dei pazienti, sia come gestione medica – come la correzione dei fattori di rischio e la modifica degli stili di vita rappresenti ancora oggi, secondo le più importanti ed aggiornate linee guida, il punto nodale per la gestione delle infezioni urinarie. E qui torniamo a evidenziare come un intestino irregolare, un inadeguato apporto idrico, una scorretta o eccessiva igiene intima, rappresentino fattori di rischio per lo sviluppo delle infezioni urinarie, soprattutto nelle forme croniche o recidivanti. Nella scheda si rammentano anche alcuni comportamenti, come l’utilizzo di spermicidi, di contraccettivi orali o della stessa spirale, considerati sempre fattori di rischio, soprattutto all’interno di quadri clinici di non facile soluzione. Tutte le categorie di pazienti affette da patologia urologica, quindi calcoli, stenosi, ristagni vescicali, diverticolosi vescicale o portatori di cateteri ureterali o vescicali, chiaramente rappresentano delle categorie a rischio. Questo viene sottolineato nel nostro foglio di counseling, perché tali pazienti vanno trattati diversamente: laddove è chiaro il rischio di sviluppo di infezioni urinarie delle alte vie (quindi con fattori di rischio di infezioni complicate), la terapia antibiotica ragionata e poi mirata, soprattutto alla luce dei risultati dell’antibiogramma, resta il cardine terapeutico. Urodate è quindi uno strumento che a nostro giudizio può essere davvero un valido supporto per la pratica quotidiana, anche per i non addetti ai lavori. Non c’è bisogno di essere infettivologi per accedere a questo foglio informativo. Anzi, l’obiettivo del counseling è proprio agevolare la diffusione delle buone pratiche cliniche per chi ha bisogno di una risposta veloce, senza dover sempre consultare i sacri testi dell’Urologia. Nei prossimi mesi questa collana di fogli informativi si arricchirà di altre pagine, sull’uso del catetere o la gestione dei sintomi urinari dopo una chirurgia prostatica o quella conservativa dell’incontinenza urinaria. Parleremo inoltre di riabilitazione del pavimento pelvico. Tutti temi di grande interesse per la popolazione medica, perché grande è la richiesta di salute urologica da parte dei pazienti.

 


CONTINUITÀ TERAPEUTICA E MULTIDISCIPLINARIETÀ
LA MISSIONE DI AIMUT | ACCADEMIA ITALIANA MULTIDISCIPLINARE PER L’UROLOGIA TERRITORIALE


L’Accademia Italiana Multidisciplinare per l’Urologia Territoriale, a quasi dieci anni dalla sua fondazione, è un’importante realtà nella comunità scientifica urologica nazionale. L’AIMUT è impegnata nel sostenere i temi della continuità terapeutica e della multidisciplinarietà, spaziando da dall’Urologia Generale all’Oncologica alla Ginecologica, dall’Andrologia alla Neuro-Urologia. Tra gli obiettivi principali della società scientifica c’è l’interconnessione tra ambiti diversi, come gli Istituti di ricovero e cura, gli ambulatori specialistici urologici e quelli dei Medici di Famiglia. Una rete che dunque produce un dialogo intenso e proficuo tra contesti diversi, nell’ottica dell’interesse superiore del paziente. Qui il link per avere maggiori informazioni.

 


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